Quante sono le tradizioni della Vigilia di Natale che portiamo con noi? Oramai siamo adulti e, magari, abbiamo famiglia, ma ancora oggi, senza “quel qualcosa” che ci ha accompagnato negli anni, non ci pare Natale.
La mia Vigilia di Natale
Una delle tante cose che ricordo è che la Vigilia di Natale, non era Vigilia senza la minestra di ceci con i tagliolini.
L’ho vista preparare dalla nonna e, poi, anche dalla mamma. È un po’ l’apertura dei giorni del Natale “vero”.
L’odore di rosmarino e salvia, il profumo della minestra che ti faceva venire fame molto prima dell’ora del pranzo.
Poi la pasta. La tradizione della mia famiglia vuole che sia fatta in casa e rigorosamente tirata a mano.
Quando, oggi, porterò in tavola la minestra fumante saprò che non sarà soltanto il pranzo della Vigilia, ma anche un ringraziamento a chi ci ha insegnato a farlo, rendendoci più ricchi di un passato da ricordare.
La tradizione toscana
Tagliatini co’ ceci
Pe’ 4 persone:
300 gr di ceci cotti
150 gr di pumodori
‘no spicchio d’aglio
‘n pochina di cipolla
‘n gambo di sedano
‘n rametto di ramelino
du’ rametti di persemolo
olio extra vergine d’oliva
sale, pepe e peperone pizzicoso quante ce ne vole
Pe’ la pasta:
du’ ova
400 gr circa di farina
S’impasta al sfoglia, si stende coll’ansagnolo e ‘ntanto che s’asciuga si mette ‘n una pentola ‘na bella conditura d’olio e ci si fa soffrigge’ tutto l’odori. Quando cominceno a colorissi ci si mette ‘pumodori, l’sale, ‘l pepe e ‘l peperone. Quando so’ cotti ‘pumodori ci si mette ‘ceci e ‘na tazza s’acqua. Doppo ‘nsaporiti si passeno col passatutto, lasciandoli ‘n pochi ‘nteri, poi si ripiena la pentola coll’acqua che ci vole. Da ultimo ci si mette ‘l ramelino, si fa bolli’ ‘n antro po’ poi si coce la sfoglia tagliata fina fina